Chi ricorda lo studio pubblicato su Lancet l’8 gennaio 2021 dal titolo “Conseguenze a 6 mesi del COVID-19 nei pazienti dimessi dall’ospedale: uno studio di coorte” diventato da subito documento di propaganda per tutte le virostar da salotti televisivi del Bel Paese?
Accendo un ricordo allegando lo studio integrale in versione pdf al seguente link (Studio Lancet 8 gennaio 2021).
Nel citato studio si ribadiva che “a 6 mesi dall’infezione acuta, i “sopravvissuti” alla COVID-19 erano principalmente afflitti da affaticamento o debolezza muscolare, difficoltà di sonno e ansia o depressione. I pazienti che erano più gravemente malati durante la loro degenza ospedaliera avevano capacità di diffusione polmonare più gravemente compromesse e manifestazioni anomale di imaging toracico, e sono la principale popolazione target per l’intervento di recupero a lungo termine“.
Il famigerato Long Covid.
E cosa apprendiamo oggi?
Semplicemente che il documento “Long COVID” quotidianamente citato dai difensori ad oltranza dei farmaci mRNA Covid-19, adesso è sotto inchiesta per evidenti errori e manipolazioni dei dati.
Ops.
E’ sotto indagine da parte della rivista stessa che lo ha pubblicato.
“In considerazione della portata di questi errori di dati, pubblichiamo un’espressione di preoccupazione sul documento mentre stiamo indagando ulteriormente, con un’ulteriore revisione statistica e clinica dei dati corretti“, si legge nella nota della rivista scientifica The Lancet.
“Aggiorneremo questo avviso non appena avremo ulteriori informazioni“.
I ricercatori ad oggi non sono stati in grado di concordare su una definizione standardizzata di Long Covid (Revisione 1.12.2022 Studio Lancet).
“Vi spiego perché sui vaccini la Consulta ha seguito la scienza” (Silvana Sciarra, Presidente della Corte Costituzionale).