di Stefano Pezzola
Newsweek è una rivista statunitense, fondata nel 1933, pubblicata a New York e diffusa in 3 milioni di copie negli Stati Uniti e 4 milioni nel resto del mondo.
Oggi ho deciso di rileggere un articolo molto interessante pubblicato il 30 gennaio 2023 a firma di Kevin Bass dal titolo “È tempo che la comunità scientifica ammetta che ci siamo sbagliati sul COVID e che è costato vite“.
Fonte:
https://www.newsweek.com/its-time-scientific-community-admit-we-were-wrong-about-coivd-it-cost-lives-opinion-1776630
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Articolo Newsweek formato pdf
Scrive Kevin Bass che “come studente di medicina e ricercatore, ho sostenuto fermamente gli sforzi delle autorità sanitarie pubbliche quando si trattava di COVID-19. Credevo che le autorità rispondessero alla più grande crisi di salute pubblica della nostra vita con compassione, diligenza e competenza scientifica. Ero con loro quando hanno chiesto lockdown, vaccini e richiami. Mi sbagliavo. Noi della comunità scientifica ci sbagliavamo. Ed è costato vite umane“.
E continuando ricordando che “ora posso vedere che la comunità scientifica, dal CDC all’OMS alla FDA e ai loro rappresentanti, ha ripetutamente sopravvalutato le prove e ha fuorviato il pubblico sulle proprie opinioni e politiche, tra cui l’immunità naturale contro quella indotta da vaccino, la chiusura delle scuole e la trasmissione della malattia, il distanziamento sociale, l’obbligo di mascherine e l’efficacia e la sicurezza dei vaccini, soprattutto tra i giovani. Tutti questi erano errori scientifici all’epoca con il senno del poi. Sorprendentemente, alcuni di questi errori continuano ad offuscare le menti di molti medici fino ai giorni nostri“.
“Ma forse più importante di qualsiasi errore individuale – conclude Bass – è stato quanto intrinsecamente imperfetto fosse e continui ad essere l’approccio generale della comunità scientifica. Era difettoso in un modo che ne minava l’efficacia e provocava migliaia se non milioni di morti prevenibili“.
“La sicurezza del potere si fonda sull’insicurezza dei cittadini” (Leonardo Sciascia)