domenica, Dicembre 22, 2024

Ora come verranno insultati

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Recentemente, è stata resa nota la decisione del Tribunale Penale di Perugia che ha condannato in primo grado una giornalista ritenuta colpevole del reato di diffamazione aggravata a mezzo stampa avendo offeso in un proprio articolo la reputazione di un Giudice del Lavoro del Tribunale di Velletri, che nel dicembre 2021 emetteva, in via cautelare e momentanea, un provvedimento di reintegra nel posto di lavoro di una infermiera sebbene non vaccinata. Le motivazioni che hanno portato il Tribunale Umbro a condannare questa giornalista saranno rese note nei prossimi 60 giorni e sappiamo bene che trattandosi di una sentenza di primo grado potrà essere appellata ma allo stato attuale è comunque possibile ugualmente fare alcune considerazioni.

L’articolo contenente le frasi diffamatorie riportava “l’infermiera senza vaccino reintegrata dal giudice No Vax: il tribunale di Velletri diviso tra tensione ed omertà

Tra gli aspetti lesivi ed offensivi della reputazione del magistrato sembrerebbe esservi stata anche la definizione “No Vax” come ha dichiarato in una intervista a ByoBlu l’Avv. Angelo Di Lorenzo, legale di fiducia del magistrato vittima delle offese, evidenziando come a tale “espressione” sia stato fatto assumere nella collettività un significato denigratorio … “Era stata proprio La Repubblica a delineare l’identikit del “no vax”, definendolo un soggetto ignorante, perché gli istruiti non seguirebbero le teorie antiscientifiche e le teorie del complotto. Il no vax sarebbe dunque un ignorante con licenza di scuola media inferiore, disoccupato cronico e con disagio abitativo..”.(fonte https://www.byoblu.com/2024/02/29/su-la-repubblica-defini-un-giudice-no-vax-il-tribunale-di-perugia-la-condanna-per-diffamazione-aggravata/)

La vicenda riporta alla memoria un altro celebre processo, questa volta in sede civile e non penale, che ha visto da una parte il Dott. Bassetti, Primario del reparto di malattie infettive all’Ospedale San Martino di Genova e dall’altra, il prof. Montagnier, deceduto nel febbraio 2022, vincitore nel 2008 del Premio Nobel per la Medicina.

Questa volta i fatti risalgono all’agosto del 2021, quando si discuteva della campagna vaccinale imposta dal Governo Draghi e sostenuta da una maggioranza senza precedenti, che vide i sanitari, che avevano valutato in scienza e coscienza di non vaccinarsi, sospesi dal proprio lavoro, e nel corso di un evento pubblico il dott. Bassetti definiva il Prof. Montagnier “un rincoglionito con problemi di demenza senile” perchè aveva sollevato le forti criticità su questo vaccino.

Anche questa espressione è stata reputata dal tribunale civile di Genova “offensiva e lesiva dell’onore e della reputazione del ricorrente, diretta a screditare il valore come persona”. La frase, ha aggiunto il giudice, era diretta a denigrare il Prof. Montagnier “non per le teorie sostenute in relazione ai vaccini, bensì per la sua condizione umana di anziano”.

La sentenza riporta …”Occorre, infatti, evidenziare che, nonostante il tema trattato (opportunità o meno delle vaccinazioni nel corso della pandemia da Covid 19) fosse all’epoca del fatto indubbiamente occasione di scontro verbale, anche acceso, in ambito medico, politico e giornalistico, le espressioni rivolte dal resistente al Prof. Montagnier non erano comunque fondate su dati tecnici – scientifici e non erano in alcun modo funzionali alla trattazione e all’approfondimento dell’argomento in discussione; in sostanza, quindi, alle medesime espressioni non può attribuirsi altro scopo se non quello di offendere la dignità della persona, ritenuta di fatto non più in grado di potere assumere una determinata posizione solo per via della sua età …

Fin qui i casi più eclatanti che hanno coinvolto magistrati e premi Nobel ma sono state innumerevoli le vittime di aggressioni verbali anche tra le persone comuni solo per avere esercitato la libertà della scelta di non vaccinarsi.

Adesso che l’emergenza pandemica è cessata rimane da fare i conti con noi stessi. Con noi stessi perché lo Stato siamo tutti noi ed è evidente che le Istituzioni non sono riuscite a tutelare e difendere tempestivamente quella parte della popolazione che non ha voluto vaccinarsi oppure che dopo le prime vaccinazioni non ha voluto proseguire nella inoculazione deile successive dosi.

Questa parte della popolazione ha subito aggressioni fisiche e verbali, sospensioni dal lavoro, discriminazioni sui mezzi di trasporto, limitazioni nella propria vita sociale non potendo andare al ristorante oppure dovendo prendere il caffè in piedi al bar, isolamento nei luoghi di lavoro come nel caso delle mense, separazione dai coniuge vaccinato e dai propri figli che volevano essere vaccinati dall’altro genitore oltre che divisione con amici e parenti. Gli esempi purtroppo non si contano.

Nella storia della Repubblica non si era mai verificata una ferita tanto profonda all’interno del tessuto sociale. A confronto, la divisione tra destra e sinistra negli anni ’70 è sembrata un gioco da ragazzi perché  lo Stato, la Scienza e la Cultura non ha offerto alcun conforto a questi liberi pensatori … nemmeno potersi sentire vicini ai “numeri uno” della discriminazione del ‘900.

… “follia paragonare i vaccini alla Shoah, il cattivo gusto si incrocia con l’ignoranza” … eppure i racconti dei nostri nonni sono tanto simili a qanto accaduto con il green pass… che non è stato cancellato!!!

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