domenica, Dicembre 22, 2024

Piccole cose da nulla di Claire Keegan

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a cura di Roberto Fiorini

In tutte le storie di Claire Keegan, c’è una famiglia.
Il protagonista però talvolta è il padre, la madre, il figlio oppure una figlia.
Ma questa cifra stilistica non cambia mai molto.
Il che potrebbe essere un limite, ma non è così perché la narrazione ogni volta ha una sua particolare risonanza emotiva e le dinamiche tra i personaggi regalano storie sempre nuove ed originali.
All’interno delle famiglie c’è crudeltà e violenza, così come profondo affetto e amore.
C’è molto di non detto.
Nelle storie della Keegan ci sono cieli, fiumi, il mare.
Spesso ci troviamo nella contea di Wexford o nella contea di Wicklow nel sud-est dell’Irlanda, dove è cresciuta in una fattoria, la piu’ giovane di sei figli.
E questi paesaggi ci raccontano cose che i personaggi non possono o non riescono talvolta a raccontarci delle storie che li abitano.
Piccole cose da nulla, l’ultimo romanzo breve di Claire Keegan pubblicato in Italia da Einaudi editore, racchiude un po’ il bello di tutte le storie precedenti.
La narrazione racchiude una profondità significativa al di sotto di una superficie a prima vista stretta e delimitata.
Sono giorni che Bill Furlong gira per fattorie e villaggi con il camion carico di legna, torba e carbone.
Nessuno vuole restare al freddo la settimana di Natale.
Sotto la neve che continua a scendere, tutto va come sempre in quel pezzo d’Irlanda.
Poi, nel cortile silenzioso di un convento, Bill fa un incontro che “smuove” la sua anima e i suoi ricordi.
Lasciar correre, girarsi dall’altra parte, sarebbe la scelta più semplice, di certo la più comoda.
Ma forse, per Bill Furlong, è arrivato il momento di ascoltare il proprio cuore.
Mentre proseguivano e incontravano altre persone che conosceva e non conosceva, si ritrovò a domandarsi che senso aveva essere vivi se non ci si aiutava l’uno con l’altro. Era possibile tirare avanti per anni, decenni, una vita intera senza avere per una volta il coraggio di andare contro le cose com’erano e continuare a dirsi cristiani, a guardarsi allo specchio?”.
Il protagonista in questo nuovo romanzo è per l’appunto il padre, Bill Furlong, un mercante di carbone con una moglie e cinque figlie.
È il Natale del 1985, nella città di New Ross, nella contea di Wexford.
Bill Furlong è un puro di cuore, a volte eccede in sentimentalismi.
Claire Keegan spinge garbatamente il lettore verso questa associazione emotiva, descrivendo come Furlong legge il Canto di Natale di Charles Dickens, fin da bambino.
Simpatico e gentile, guarda le sue figlie crescere con “una gioia profonda e intima, orgoglioso che questi bambini siano i suoi“.
Anche se non sono ricchi, hanno abbastanza e si sentono infinitamente fortunati.
Ai margini della città c’è un convento.
Annesso ad esso, una scuola di formazione e una lavanderia dove le giovani donne vivono e lavorano.
Ci sono moltissime voci sulle ospiti di questo luogo, ragazze difficili, ragazze comuni ma non sposate, abbandonate dopo la nascita.
Le terribili condizioni in cui sono costrette a vivere si palesano allorché Furlong scopre una ragazza rinchiusa nella casa di carbone del convento, rannicchiata, a malapena in grado di camminare e che chiede piangendo di poter vedere il suo bambino.
La madre di Furlong lo partorì fuori dal matrimonio, quando aveva 16 anni.
Avrebbe quindi potuto facilmente finire in lavanderia ma Furlong e sua madre furono accolti da una ricca donna protestante che viveva appena oltre New Ross e la vita prese un’altra traiettoria.
Claire Keegan racconta la interiorità dei suoi personaggi con dovizia di particolari, arricchendola di sfumature.
Delicato ed elegante Piccole cose da nulla è una lettura tenera da leggere in questo periodo.
Un racconto natalizio, dove la quotidianità e le semplicità di gesti degli abitanti in un villaggio irlandese, è la base di una storia ambientata nei giorni precedenti al Natale.
L’amore e la magia del Natale si esprimono in piccoli gesti di generosità,
L’amore in particolare può trasformare la tristezza in gioia scaldando il cuore.
104 pagine da leggere, una lettura confortante e accogliente.
L’idea che gesti apparentemente insignificanti, se sommati assieme possano equivalere ad una vita, trova magnifica conferma con il significato del cognome del protagonista, Furlong ovvero “lunghezza del solco”,  la distanza di un ottavo di miglio che una squadra di buoi potrebbe arare senza riposare.
Mentre Claire Keegan dedica Piccole cose da nulla alle “donne e ai bambini che hanno sofferto nelle lavanderie Magdalen in Irlanda“, orribili manicomi gestiti da istituzioni cattoliche romane per la maggior parte del ventesimo secolo, apparentemente per riformare “giovani donne perse“, la sua narrazione compatta e cristallina non si focalizza su queste povere vittime o sulle suore che le hanno imprigionate all’interno di alte mura “sormontate da vetri rotti” bensì su Bill Furlong e la sua straziante ricerca del significato profondo dell’esistenza.
Piccole cose come queste possono essere lette come un remake di A Christmas Carol di Charles Dickens a cui il romanzo allude esplicitamente.
Mentre Dickens utilizza la sua storia per raccontare la distribuzione ineguale della ricchezza nella società vittoriana con Scrooge che decide di cambiare i suoi modi avari solo di fronte a visioni di fantasmi del passato, del presente e del futuro, in fondo il suo desiderio di redenzione è forse motivato dalla vanità e dalla paura della solitudine, Bill Furlong tende ad una trasformazione pur sapendo benissimo che la sua azione potrebbe mettere in difficoltà non solo se stesso, ma tutta la sua famiglia.
Claire Keegan è  nata nella Contea di Wicklow ed ha esordito nel 1999 con la raccolta di racconti Dove l’acqua è più profonda (Neri Pozza, 2010) con cui si è aggiudicata il Premio Rooney per la letteratura irlandese.
Segue una seconda raccolta, Nei campi azzurri, sempre edita da Neri Pozza (2009).
Piccole cose da nulla, pubblicato in 30 Paesi e portato in Italia da Einaudi Editore nel 2022, è stato finalista al Booker Prize.
È impossibile cambiare il passato ma è essenziale affrontarlo.
Questo è esattamente ciò che Claire Keegan chiede al lettore con questo racconto tenero, breve ma perfetto.
Non appena ho raggiunto la fine, sono tornato all’inizio per leggerlo di nuovo.

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