“Fa specie sentire il preside di una scuola, Alessandro Artini, nonché presidente dell’associazione presidi toscani, paragonare i docenti che non si sono vaccinati a dei fuorilegge alla stregua degli evasori fiscali e di chi fa abusi edilizi. Quale legge avrebbero deliberatamente violato?” Lo affermano Massimo Orlandini e Maurizio Romani, rispettivamente segretario fiorentino e toscano di Ancora Italia.
“Soprattutto si potrebbe pensare che hanno invece sacrificato la loro professionalità, il loro stipendio e la loro vita stessa nel rispetto dell’articolo 32 della costituzione, spesso mal interpretato dai più tralasciando volutamente l’ultimo rigo: “….La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.” Aggiungono Orlandini e Romani.
Che sottolineano . “fa preoccupare il pensiero che nelle scuole ci siano docenti come il prof. Artini che insegna ai nostri figli ad avere un pensiero asservito alla unica possibilità interpretativa, invece di fornire le informazioni utili a sviluppare un proprio pensiero, critico e costruttivo. Una società fatta di automi non pensanti non è certo la speranza nel futuro che vogliamo avere.
Quello che si dovrebbe insegnare nelle scuole è, come disse Evelyn Beatrice Hall: “Non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu la possa esprimere”, cioè il rispetto delle differenze, la possibilità di mettersi in discussione e la creazione di valore, aspetti che hanno bisogno del contraddittorio per nutrirsi e non del pensiero unico”.
Per Orlandini e Romani “dobbiamo anche capire che questo è un momento dove la politica governativa ha deciso che non sia più possibile coltivare il “talento” nelle giovani menti e dirigenti scolastici di tale calibro culturale sono i più adatti ad impedire che questo avvenga. Fomentare con sproloqui la segregazione di insegnanti, che si demansionano con orari aumentati di molte ore settimanali e impedirgli il contatto con colleghi e studenti, è non solo scorretto, ma profondamente diseducativo”.
“Ovviamente tutto accettato dal “Governo dei migliori”, ma migliori di chi?” si chiedono il segretario fiorentino e quello toscano di AI.
Che concludono “è una bella domanda a cui dovranno rispondere nella prossima lezione di educazione civica ….Ancora Italia che crede nell’istruzione come sviluppo del pensiero critico e nella facilitazione della crescita del proprio talento nel singolo studente, non può tollerare che l’istruzione sia messa in mani a tali rappresentanti che giudicano i colleghi in base al numero di “buchi” che hanno sul braccio. Ci sfugge come questo “siero miracoloso” sia anche in grado di rendere il vaccinato anche un migliore pedagogo”.
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