domenica, Dicembre 22, 2024

San Giovanni Valdarno per Mauro Staccioli 

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Nel 1996 San Giovanni Valdarno ha visto invadere Corso Italia, la via centrale della città,  da cinque grandi tondi in cemento armato dello scultore volterrano.  I tondi, sono stati immaginati in principio per vivere lo spazio più intimo della città, il Corso principale, fulcro della vita della comunità e come occasione per ripensare la storia attraverso la contemporaneità, marcando la direttrice dell’impianto urbano progettato da Arnolfo di Cambio.

“Una scultura aperta, disseminata, eppure costruita, modellata per misurazioni di equilibri plastici e formali; per gradi di avvicinamento al contesto ambientale urbano, architettonico, ascoltandone le pulsioni umane, i suggerimenti morfologici, tattili, visivi”, scrisse l’artista in merito a quel suo intervento.

Di tale evento rimane ancora il ricordo, come un’immagine di repertorio che seguita ad avere vita nella memoria della comunità.

La  ricollocazione del gruppo scultoreo in un nuovo sito, individuato dall’artista nel 2011, nello spazio che funge da cerniera tra uno degli stabilimenti dell’ex-Italsider, la  zona industriale di S. Andrea e il nuovo accesso a nord della città, rappresenta si un intervento di valorizzazione dell’opera donata ma soprattutto  un’occasione di  riqualificazione del paesaggio.  Una  “scultura a scala urbana”,  ripensata dall’artista e rivestita, secondo le sue volontà, nei bordi con acciaio corten,  materiale simbolo dell’attività siderurgica e della storia consolidata del luogo,  che si pone in un quadro di riconoscimento del valore civico dell’arte contemporanea nel sistema-comunità, un gesto che vuole intrecciare i luoghi e la loro memoria valorizzando i temi del lavoro e la storia economica  della città.

E’ importante, che i cittadini si riconoscano in un’opera d’arte donata alla città, e che questa diventi un punto di riferimento della collettività attraverso la ri-qualificazione di luoghi (nel senso di connotarli nuovamente) soprattutto quelli del vivere quotidiano,  i luoghi del lavoro, i luoghi dell’abitare, attraverso l’arte del nostro tempo. È questo l’approccio che portava avanti Mauro Staccioli sin dagli anni Sessanta che con le sue opere andava a tessere un fitto dialogo con l’ambiente circostante e le comunità instaurando un rapporto col contesto, che diventa al tempo stesso contenitore e contenuto, vero e proprio elemento strutturale. I luoghi e le opere dell’artista vengono  quindi interrogati, sollecitati, percepiti diversamente ed infine ri-costruiti, sulla base dei riferimenti culturali, storici e sociali.  

“Siamo soddisfatti di essere riusciti a recuperare, restaurare e collocare nel luogo individuato da Mauro Staccioli i cinque tondi che nel 1996 furono istallati in Corso Italia”, ha dichiarato Valentina Vadi, sindaco di San Giovanni Valdarno. “Ringrazio Giulia Staccioli, figlia dell’artista, per la donazione che ha fatto al nostro Comune e l’archivio Mauro Staccioli che ha seguito le fasi del restauro del gruppo scultoreo, insieme a IDEA che ha sponsorizzato l’iniziativa. La mostra che si aprirà sabato prossimo in Casa Masaccio, in occasione della ricorrenza del Santo Patrono della città, sarà la prima di una serie di iniziative che l’amministrazione comunale di San Giovanni Valdarno dedicherà nel 2023 al grande artista che alla fine degli anni Novanta scelse la nostra città come luogo per una istallazione temporanea. L’omaggio a Staccioli, artista di profilo internazionale, avrà il suo momento più significativo il prossimo 15 Luglio quando inaugureremo i cinque Tondi finalmente restaurati e collocati nel luogo in cui Staccioli indicò che dovessero avere una sede fissa”, ha concluso il Sindaco.

Il primo degli appuntamenti dedicati all’artista sarà la mostra promossa da Casa Masaccio centro per l’arte contemporanea , in collaborazione con l’Archivio Mauro Staccioli e la Galleria il Ponte, da l titolo:

MAURO STACCIOLI San Giovanni Valdarno 1996-2023

a cura di Ilaria Bernardi con il contributo scientifico di Caterina Martinelli
inaugurazione, sabato 24 giugno ore 16.30
dal 24 giugno al  17 settembre 2023
Casa Masaccio, Corso Italia 83, San Giovanni Valdarno

La mostra presenterà la documentazione progettuale dell’opera del 1996 e la revisione del 2011 per la sua nuova collocazione. Sarà inoltre esposto un importante nucleo di opere utili ad approfondire la pratica di Staccioli: i lavori in cemento e ferro degli anni Settanta (Anticarro, 1971, Barriera, 1970/1992), nei quali acuminate punte e barre angolari in ferro inducono a una presa di coscienza critica rispetto al presente storico dei cosiddetti “anni di piombo”, nonché alcune opere in acciaio corten (La Boldria, 2009, Ellisse, 2005-2006, Triangolo dai lati curvi, 2010) che testimoniano la svolta intrapresa a partire dagli anni Ottanta verso una pratica ambientale funzionale a ‘scolpire i luoghi’, ponendo un segno plastico in rapporto dialettico con il luogo nel quale è inserita. Al piano terra sarà proiettato il video  del progetto  Artist  for Mauro Staccioli un omaggio all’artista con  contributi  di 10 artisti toscani. La mostra continua  al secondo piano  di Casa Masaccio, con un film documento realizzato da Francesco Castellani dedicato alle grandi installazioni di Staccioli in Italia e all’ installazione definitiva del gruppo scultoreo donato alla città.
Infine dal   15 luglio 2023  il percorso espositivo della  mostra  sarà arricchito dall’installazione definitiva dell’opera donata e della sua fruizione.

La mostra è accompagnata dal catalogo Mauro Staccioli. San Giovanni Valdarno 1996-2023, con testi di Ilaria Bernardi e Caterina Martinelli, in italiano e inglese, con immagini della mostra e dell’installazione scattate da OKNO Studio – Ela Bialkowska
pp. 64, 17×20 cm, Ed. Gli Ori, Pistoia 2023

Resta  grande l’attesa per l’inaugurazione e la presentazione al pubblico  dell’installazione definitiva del gruppo scultoreo donato alla città dal celebre scultore volterrano, da titolo:  Mauro Staccioli Ri_pensare l’urbano 2011-2023 prevista  per sabato 15 luglio 2023 alle ore 21 nello spazio di verde pubblico adiacente lo stabilimento dell’ex-Italsider – Sant’. Andrea, dove hanno trovato definitiva  dimora i cinque grandi “Tondi”.   

Alla cerimonia, oltre alle autorità cittadine e regionali, alla curatrice e storica dell’arte Ilaria Bernardi, e all’Archivio Mauro Staccioli, sarà presente anche la figlia dell’artista, Giulia Staccioli, che ha donato al Comune le opere che il padre aveva pensato e realizzato appositamente per la Città di San Giovanni Valdarno.

Mauro Staccioli nasce nel 1937 a Volterra e si diploma nel locale Istituto d’Arte nel 1954. Nel 1960 si trasferisce in Sardegna dove insegna e fonda, insieme a giovani artisti e intellettuali sardi, il Gruppo di Iniziativa. Nel 1963 si sposta prima a Lodi e successivamente a Milano; assumerà l’incarico di direttore del Liceo Artistico di Brera nel 1974/75 e 1978/79 e successivamente del Liceo Artistico Statale di Lovere (BG). Dopo un primo periodo in cui sperimenta la pittura e l’incisione, dalla fine degli anni Sessanta Staccioli si dedica alla scultura e nel 1972 matura l’idea di organizzare una serie di “sculture-intervento” nella città di Volterra: la mostra “Sculture in città” segna una svolta aprendo gli spazi urbani a quel che fino ad allora era relegato solo in gallerie e musei. Da questa prende corpo “Volterra ‘73”, curata da Enrico Crispolti, che sancisce l’inizio di un nuovo modo di intendere la scultura portato a completa espressione nella mostra “Lettura di un ambiente” realizzata a Vigevano nel 1977.

Dopo una serie di mostre in gallerie e spazi milanesi, arriva l’invito alle Biennali di Venezia del 1976 e del 1978, anno in cui realizza il celebre Muro.

Gli anni Ottanta si aprono con lo squarcio del pavimento dello Studio Mercato del Sale di Milano (1981) e con le installazioni alla GNAM di Roma nel 1981 e a Villa Gori a Celle (PT) nel 1982. Il lavoro di Staccioli comincia ora a riscuotere crescente attenzione all’estero: realizza interventi a Londra (1982), a Tel Hai (1983), a Lione (1984), Amherst in Massachussetts (1984), a La Jolla in California (1987), a Seul (1987), alla Djerassi Foundation in California (1987-1991). Si ricordano poi i due interventi italiani, alla Rotonda della Besana (Milano) nel 1987 e al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci (Prato) nel 1988.

Negli anni Novanta sperimenta nuove forme, anelli a Ordino d’Arcalis in Andorra (1991), tondi nella Fondazione Mudima di Milano (1992), sfere nella piana di Ozieri in Sardegna (1995). In Corea interviene per il Contemporary Art Museum di Kwacheon (1990) e a Bruxelles realizza Equilibrio sospeso presso il Rond Point de l’Europe (1998). Seguono gli interventi presso il Lapiz Building a La Jolla (2003), a Taiwan (2003), a Porto Rico (2004). Nel 2009 torna a Volterra dove per la mostra “Mauro Staccioli – Luoghi d’esperienza”, in collaborazione con le gallerie Il Ponte e Niccoli, realizza 19 grandi sculture ambientali, molte tuttora installate. Nel 2010 su un’altura a Motta D’Affermo, nel parco di Fiumara d’Arte in Sicilia, realizza 38º Parallelo e nel 2011 al Parco archeologico di Scolacium e al MARCA di Catanzaro si tiene la mostra “Mauro Staccioli. Cerchio Imperfetto”, a cura di Alberto Fiz. Nel 2014 lo Château de Seneffe in Belgio gli dedica una mostra nel giardino storico per il quale realizza due interventi e quello stesso anno realizza Seogwipo 2014 nell’isola di Jeju in Corea.

Nel 2018, anno della sua scomparsa, la Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma e la GNAM di Roma organizzano la retrospettiva “Mauro Staccioli: Sensibile Ambientale” nelle Terme di Caracalla a cura di Alberto Fiz.

Nel 2020 è promossa dall’Archivio la mostra digitale, “Digital for Mauro Staccioli”, a cura di Ilaria Bernardi e vincitrice del bando Toscanaincontemporanea 2020 della Regione Toscana. Quello stesso anno è avviato presso l’Archivio Mauro Staccioli il progetto di ricerca, tuttora in corso, di digitalizzazione del materiale documentario, condotto dalla Bibliotheca Hertziana e seguito da Caterina Martinelli.

Staccioli è stato membro dell’Académie Royale des sciences, des lettres et des beaux-arts de Belgique e Accademico Nazionale dell’Accademia di San Luca.

 

Ilaria Bernardi è dottore di ricerca in storia dell’arte e curatrice.

Tra le sue precedenti collaborazioni, ha lavorato, tra gli altri, con Germano Celant e, al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, con Carolyn Christov-Bakargiev. Ha curato mostre per istituzioni pubbliche come il MAECI-Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, e per importanti spazi espositivi in Italia e all’estero, tra cui la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma; Palazzo delle Esposizioni, MAXXI, Auditorium Parco della Musica, Roma; Villa e Collezione Panza, Varese; Triennale, Milano; Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni, Pistoia; Magazzino Italian Art, Cold Spring, NY; IIC New York; ArtOmi, New York; IIC Madrid; Keyes Art Mile, Johannesburg; 6 Spin Street, Cape Town. 

Attualmente è la curatrice di Progetto Genesi. Arte e Diritti Umani, progetto espositivo ed educativo itinerante, promosso dall’Associazione Genesi a partire dal 2021. 

Oltre a indagare i principali temi dell’arte internazionale più recente quali le cogenti questioni sociali e ambientali attuali, Ilaria Bernardi è specializzata nelle ricerche artistiche sviluppatesi in Italia dal Dopoguerra fino a oggi, prestando una particolare attenzione alle ricerche sviluppatesi negli anni Sessanta e soprattutto a quelle degli artisti dell’Arte povera.

Tra le sue monografie si ricordano Marinella Senatore (SilvanaEditoriale, Milano 2022); Opere e Archivi. Mara Coccia e Daniela Ferraria (SilvanaEditoriale, Milano 2020), La Tartaruga. Storia di una galleria (Postmediabooks, Milano 2018); Giulio Paolini. Opere su carta (Prinp – Editoria d’Arte 2.0, Torino 2017); Arte e Impresa. Omaggio a Marco Rivetti (Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino 2017); Vincenzo Agnetti. Testimonianza (Gli Ori, Pistoia 2015); Teatro delle mostre. Roma, maggio 1968 (Scalpendi editore, Milano 2014).

Dal 2022 è professore in “Archivi d’artista” all’interno del secondo anno del corso di laurea magistrale in “Arte, valorizzazione e mercato” presso la IULM-Università di Lingue e Comunicazione di Milano.

È stata relatore in occasione di numerosi convegni in Italia e all’estero e pubblica regolarmente in riviste scientifiche e periodici di settore.

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