ROMA – Scintille in Senato durante il dibattito sulla fiducia al governo Meloni. L’ex procuratore generale di Palermo e senatore M5s, Roberto Scarpinato, non usa mezzi termini, e attacca Meloni puntando il dito contro mafia e neofascismo: “Non basta la sua presa di distanza dal fascismo né la neo condiscendenza del presidente La Russa nel dichiarare chiusi i ponti con il passato e per inaugurare una stagione di riconciliazione nazionale che sarà possibile solo se e quando verrà fatta chiarezza sulle stragi del nazifascismo e verrano esclusi dal vostro pantheon taluni personaggi”.
Un lungo intervento quello di Scarpinato, al termine del quale il senatore ha sottolineato come il governo Meloni si regga “sui voti di una forza politica il cui leader ha mantenuto rapporti pluriennali con i mafiosi e che ha tra i suoi leader fondatori Marcello Dell’Utri”. A quel punto La Russa, che nel corso dell’intervento aveva più volte sollecitato il senatore a terminare il suo discorso, lo blocca: “Le avevo dato due minuti in più, ma se vuole concluda“. Scarpinato insiste e aggiunge: “Noi siamo le nostre scelte Meloni. E lei ha scelto da tempo dove stare. Non dalla parte degli ultimi, non dalla parte della Costituzione, non dalla parte dei martiri della Resistenza”.
LE PAROLE DI SCARPINATO PRIMA DELLO STOP
“Lei e la sua maggioranza politica non siete un’alternativa all’establishment, come attesta anche la composizione della sua squadra di governo. Siete piuttosto il suo ultimo travestimento, che nella patria del Gattopardo consente al vecchio di celarsi dietro le maschere del nuovo creando l’illusione del cambiamento. Riguardo alla sua dichiarazione di fermezza contro la mafia, mi auguro che sia tenuta ferma contro quella dei colletti bianchi che va a braccetto con la corruzione. Anche se mi consenta di nutrire perplessità, tenuto conto che il suo governo si regge sui voti di una forza politica il cui leader ha mantenuto rapporti pluriennali con i mafiosi e che ha tra i suoi leader fondatori Marcello Dell’Utri”
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