mercoledì, Ottobre 16, 2024

25 anni fà l’anteprima di quello che viviamo oggi

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Il 24 marzo 1999 la NATO lanciava il primo attacco alla Serbia, violando i principi del diritto internazionale non essendoci mai stata una risoluzione delle Nazioni Unite all’azione militare contro uno Stato sovrano, condizione necessaria per legittimare un’azione del genere.

Tutti ricordiamo (o dovremmo ricordare) le notizie sulle aggressioni patite da donne e bambini che subito mossero il consenso nel grande pubblico. In tempi di guerra, se vogliamo far odiare il nemico è sufficiente proprio fare leva sugli istinti primordiali delle masse: si tratta di una tecnica molto semplice che guarda caso la ritroviamo anche nel recente conflitto ucraino.

Per fortuna che noi Occidentali siamo differenti!!!

 

Nessuno però ricorda le violazioni dei diritti umani durante i nostri bombardamenti e le campagne di informazione contro i serbi. Quasi nulla è rimasto nella memoria collettiva dell’impatto della guerra sulla popolazione civile oppure sull’aumento dei casi di cancro dovuti all’uso di un certo tipo di munizioni, dotate di uranio impoverito che ha portato alla definizione della cosiddetta “Sindrome dei Balcani” dopo i primi militari italiani morti o ammalati al rientro dalle missioni in Bosnia e Kosovo. (fonte: http://www.rainews.it/archivio-rainews/articoli/kosovo-serbia-bombardamenti-nato-1999-anniversario-15-2ffc59ca-0b04-49cb-a3bb-e6dfcecdd61c.html)

Men che mai abbiamo voluto vedere che questa azione militare è stata la prima operazione offensiva della NATO la quale aveva l’obiettivo di unirci ad altre nazioni per  difenderci da un possibile attacco dell’Unione Sovietica e che oggi è diventata uno strumento di espansione militare senza averlo, noi, mai deciso! Questa tras-mutazione nella NATO da ente difensivo ad organizzazione offensiva è segnata proprio dagli eventi di 25 anni addietro e poi replicati con successo contro la Libia nel 2011 per arrivare fino ad oggi ad un ipotetico attacco (sempre difensivo!!) alla Russia.

Come sempre nella storia della nostra Repubblica, prima gli americani decidono e poi in Italia eseguiamo, da vera “colonia americana”. Mai una volta si è registrato il contrario. Mai.

Accadde così che il Presidente Bill Clinton annunciò l’intervento NATO e quel 24 marzo del 1999 la seduta del Senato della repubblica Italiana riprese alle 20,35 con una comunicazione dell’on. Sergio Mattarella, allora vice-presidente del governo D’Alema (Ulivo – Pdci – Udeur): «Onorevoli senatori, come le agenzie hanno informato, alle ore 18,45 sono iniziate le operazioni della Nato» (fonte: https://ilmanifesto.it/litalia-divento-la-base-di-un-conflitto-armato).

L’Italia ha messo a disposizione non solo le basi ma anche i propri cacciabombardieri partecipando all’attacco degli obiettivi indicati dal comando Usa anche perchè figuriamoci se in autonomia avremmo avuto idea di cosa andare a bombardare in Serbia. A detta di qualche commentatore vennero violati ben tre articoli della nostra Costituzione: l’art. 11 (L’italia ripudia la guerra), l’art.  78 (le Camere deliberano lo stato di guerra) e l’art. 87 (il Presidente della Repubblica dichiara lo stato di guerra deliberato dalla Camere). Il risultato è stato di una nazione trascinata in guerra senza la consapevolezza del suo popolo e con un governo che informa il parlamento dopo le agenzie di stampa, quando ormai è iniziata. Il punto finale di questa storia è che noi siamo stati in guerra e quasi nessuno se ne accorto.

I bombardamenti avrebbero dovuto convincere, con le buone maniere occidentali, l’allora Presidente Serbo Milosevic a porre fine alla pulizia etnica in corso ed infatti il 10 giugno 1999 dopo 78 giorni di raid aerei, Milosevic accettava di ritirare le truppe dal Kosovo, con il successivo ingresso di soldati NATO.

In fondo siamo l’Occidente no? E quindi abbiamo fatto alla maniera Occidentale: “due botte e via”! Ma abbiamo fatto anche di più quando nel maggio 1999 il Tribunale dell’Aia per l’ex Jugoslavia presentò un’accusa contro il presidente jugoslavo Slobodan Milosevic per crimini di guerra in Kosovo. Per arrestarlo venne revocata l’immunità diplomatica di cui godono i capi di Stato. Poi abbiamo attivato le sanzioni, come oggi con la Russia, per creare tensioni sociali, abbiamo finanziato l’opposizione con il movimento Otpor che alla fine ha raccolto l’1,7% dei voti ed infine, abbiamo anche etichettato i serbi creando un immagine di minaccia per il “mondo civilizzato”. Insomma abbiamo assistito a tutto l’arsenale che la NATO è in grado di mettere in campo, non solo militare, ma anche economico, giuridico e soprattutto mediatico.

Alla fine dei suoi giorni Slobodan Milosevic preavvertì che quanto l’Occidente aveva fatto ai serbi, lo avrebbe cercato di farlo in futuro alla Russia: ““Russi! Mi rivolgo ora a tutti i russi; anche gli abitanti dell’Ucraina e della Bielorussia nei Balcani sono considerati russi.
Guardateci e ricordate: loro faranno lo stesso con voi quando vi sarete
rammolliti e disconnessi. L’Occidente è un cane rabbioso che vi sta alle costole.
Fratelli, ricordate il destino della Jugoslavia! Non lasciate che facciano lo stesso a voi!” (fonte: https://www.litaliamensile.it/lultima-dichiarazione-di-slobodan-milosevic-rivolta-ai-russi-ucraini-e-bielorussi/).

LEGGI ANCHE: Il Green Pass non muore mai

Ebbene se siamo stati capaci di ignorare tutto ciò non sorprendiamoci se oggi, in Italia, non abbiamo idea di cosa stia accadendo dal 2020 in poi:

  • la cattiva gestione della Pandemia;
  • una serie di governi tecnici che tecnici non erano e nemmeno politici;
  • il governo Draghi che ha posto la questione di fiducia 55 volte svuotando il Parlamento della propria funzione con una media mensile di 3,24 voti di fiducia al mese (quasi uno a settimana);
  • l’obbligo vaccinale anti covid 19 frammentato e discriminato (over 50 ma solo se nati prima del 15 giugno) e la sospensione dal lavoro di categorie fondamentali di lavoratori tra cui sanitari, docenti e militari non vaccinati;
  • il Green Pass;
  • la guerra in Ucraina e la campagnia di odio verso la Russia;
  • il carburante che sfiora costantemente 2 euro al litro;
  • luce e gas aumentati senza controllo e la sede legale dell’ENI in Olanda;
  • inflazione, l’aumento delle materie prime ed i problemi per il passaggio di merci dal canale di Suez;
  • gli alimenti a base di farina di insetti e il grano glifosato proveniente dall’estero;
  • l’attacco all’agricolutura italiana;
  • la casa green da ammodernare con decine di migliaia di euro ad abitazione;
  • il Presidente della Repubblica rieletto nuovamente al termine dei settennato (7 anni);
  • la Von Der Layer che influenza le elezioni italiane dichiarando che “se le cose dovessero andare male, ho a disposizione strumenti adeguati”;
  • il piano scuola 4.0, la digitalizzazione ed i visori di realtà aumentata sugli occhi dei nostri figli;
  • l’aumento dei limiti delle radio frequenze 5G;
  • il sostegno istituzionale alle teorie trans-gender;
  • il massacro palestinese senza uguali nella storia del conflitto con Israele.

Solo per ricordarne alcune.

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Attività all’aria aperta per favorire lo sviluppo dei bambini in un contesto ecologico e civico. E’ questo l’obiettivo del progetto che prende il via questa settimana presso la scuola secondaria di Badia Prataglia, nel comune di Poppi, finanziato dal comune di Poppi e dal Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi per un importo di 25 mila euro.   Si tratta di un servizio di dopo scuola che durerà tutto l’anno scolastico, secondo il calendario inviato dalla scuola. Il progetto offre ai bambini l’opportunità di vivere un’esperienza di gruppo in spazi aperti, valorizzando l’importanza dell’attività motoria e favorendo lo sviluppo del senso […]

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