“Spada di Damocle per i 25 lavoratori della Pam di Tortaia di Arezzo: è arrivato l’annuncio della chiusura. Ai sindacati non sono state fornite motivazioni di dettaglio ma solo l’annuncio di un cronico deficit del punto vendita”. Marco Pesci, Segretario Filcams Cgil Arezzo, sottolinea l’esistenza di una sorta di “metodo Pam” nelle relazioni sindacali. “In questi anni non siamo mai stati coinvolti in ragionamenti tesi al recupero di risultati accettabili e all’azienda contestiamo la scarsa qualità delle informazioni ricevute e la modalità con la quale l’azienda sta procedendo”. Come in questo caso: “il modo è a dir poco inaccettabile, ad alcuni dipendenti ha proposto qualche soldo per farsi licenziare, ad altri il trasferimento che li allontanerebbe in modo significativo dalla propria residenza”. E il caso Arezzo può non essere l’unico: “niente ci assicura che tutto ciò non si ripeta nuovamente per gli altri punti vendita. E la struttura di Tortaia che fine farà? Verrà forse affittata a qualche altra attività commerciale che in modo schizofrenico proverà a sopravvivere?”
La Filcams Cgil è chiara: “basta con le aperture indiscriminate che hanno il solo scopo di presidiare il territorio ma che offrono una qualità dell’occupazione non dignitosa e che sta peggiorando progressivamente in tutto il settore, peraltro, non migliorando significativamente il servizio. Lasciare che il mercato si regoli da sé è sbagliato e dannoso, per i lavoratori e per i cittadini”.
Conclude Marco Pesci: “riteniamo che un modello di sviluppo del territorio che simultaneamente vede chiusure di supermercati per aprirne di nuovi, sia un modello perdente. Le amministrazioni comunali devono pretendere uno sviluppo armonico e sostenibile sotto tutti i punti di vista. Pensare che l’apertura di un nuovo supermercato contribuisca a riqualificare il territorio significa non saper fare bene i conti ed un piano regolatore non è solo un fatto tecnico, ma il frutto di scelte politiche che si riverberano per decenni. La storia non finisce qui”.