L’incendio che ha interessato il Parco nazionale in località Valvetole, presso San Benedetto in Alpe, nel giorno del Lunedi dell’Angelo, ha suscitato sconcerto e preoccupazione.
I rilievi d’istituto hanno consentito di determinare l’esatta portata dell’evento. I Carabinieri forestali della sorveglianza del Parco nazionale, come da compito istituzionale, hanno provveduto a perimetrare la superficie incendiata, rilevando che l’evento ha interessato un’area molto inferiore a quella inizialmente temuta: ha infatti coinvolto una superficie effettiva di sette ettari.
Circa i danni provocati e la causa il sopralluogo ha evidenziato che, per fortuna, le fiamme si sono sviluppate velocemente, ma a bassa intensità, alimentate solo dallo strato di erba e foglie secche, senza interessare gli arbusti e, soprattutto, i fusti e le chiome delle piante. In sostanza, al riprendere della stagione vegetativa, il ricaccio delle nuove erbe e la foliazione sarà sufficiente a non far percepire gli effetti del passaggio del fuoco. Inoltre la ridotta quantità di calore sviluppata consente di essere certi che i danni biologici siano veramente modesti.
Circa le cause, infine, è in corso di applicazione da parte dei Carabinieri forestali il protocollo MEF, “metodo delle evidenze fisiche”. Si tratta di un sistema utilizzato dal personale addestrato allo scopo, che consente di arrivare ad ipotesi oggettive sulle origini degli incendi.
Nel caso le indagini si stanno orientando sulla matrice colposa o accidentale dell’evento.
A questo proposito si ricorda che nel Parco nazionale è sempre vietata l’accensione di fuochi all’aperto. Le eccezioni sono regolamentate da specifiche prescrizioni ed autorizzazioni.