venerdì, Novembre 22, 2024

All’ospedale San Donato nuove tecniche per la ricostruzione di vertebre con lesioni metastatiche

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Tecniche innovative per ricostruire vertebre interessate da lesioni metastatiche o trattare malformazioni vascolari dovute a malattie genetiche rare. Ad applicarle è stata l’equipe del dr. Pasquale Petruzzi, direttore Uosd Radiologia interventistica vascolare ed extravascolare dell’ospedale San Donato di Arezzo.
 
Interventi eseguiti in anestesia locale e blanda sedazione che permettono di lenire il dolore e di riprendere, dopo poche ore, le proprie attività.  
Il primo caso sul quale l’equipe del dr. Petruzzi è intervenuta recentemente è quella su un paziente con lesione metastatica a carico di una vertebra.
 
«Il paziente – spiega il dr. Pasquale Petruzzi – non aveva la possibilità di fare altre terapie. Pertanto, per lenire il dolore provocato dalla lesione vertebrale, all’altezza della vertebra interessata dalla lesione abbiamo impiantato 6 aghi attraverso i quali, successivamente, vengono trasmessi degli impulsi elettrici.
 
Circa 8 minuti prima, viene iniettato per via endovenosa un farmaco chemioterapico. Gli impulsi elettrici permeabilizzano le cellule tumorali attraverso un fenomeno noto come elettroporazione reversibile, permettendo al farmaco chemioterapico di penetrare all’interno del nucleo in grande concentrazione.
 
Il farmaco, in questo modo aumenta notevolmente la sua efficacia uccidendo selettivamente le cellule tumorali che proliferano velocemente preservando il tessuto sano circostante il tumore. Tale tecnica loco-regionale è oggi ovviamente riservata ai pazienti che non possono e/o non rispondono alle classiche possibilità terapeutiche».

«Ad una settimana di distanza dall’impianto degli aghi – aggiunge il dr. Petruzzi – il paziente è tornato ed  abbiamo eseguito l’intervento di vertebroplastica necessario al consolidamento della vertebra trattata».

Un altro intervento effettuato dall’equipe del dr. Petruzzi riguarda una malformazione vascolare dovuta ad una malattia genetica rara responsabile di un’alterata maturazione dell’osso.

«Il paziente, in questo caso un soggetto giovane, aveva fatto trattamenti diversi senza però i risultati sperati – spiega il dr. Petruzzi –. Abbiamo proceduto ad impiantare degli aghi attraverso i quali è stato attivato uno specifico flusso di energia elettrica. L’intervento ha ridotto la lesione che dopo 4 mesi è passata dai 12 ai 4 centimetri».

Interventi che richiedono precisione e che l’equipe del dr. Petruzzi effettua attraverso l’ausilio di differenti apparecchiature radiologiche come la fluoroscopia, l’ecografia e/o la Tomografia Computerizzata (TC).

«Non sempre si migliora la prognosi con questi interventi – conclude il dr. Pasquale Petruzzi – ma la qualità della vita del paziente ottiene grandi benefici grazie alla riduzione del dolore permettendogli così di tornare a svolgere le proprie attività quotidiane».

 
Ufficio Stampa Azienda Usl Toscana Sud Est

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