“Le tante sfumature della Cultura Fotografica – 20 anni del CIFA | 2005 > 2025” è un’esposizione che invita il pubblico a intraprendere un viaggio attraverso i progetti, gli autori, le immagini e le idee che hanno segnato due decenni di attività.
Un’occasione non solo per ripercorrere quanto realizzato, ma anche per riflettere sul ruolo della fotografia nella costruzione del nostro immaginario collettivo.
La mostra – visitabile dal 12 aprile al 2 giugno 2025, con inaugurazione sabato 12 aprile alle ore 17.00 – propone un articolato percorso espositivo che racconta vent’anni di progettualità e visione della FIAF attraverso linguaggi, generazioni e memorie fotografiche.
Saranno esposte otto delle mostre più curatoriali realizzate dalla FIAF in questi anni (“Fotoamatori insospettabili”, “La magia della polaroid”, “Mi vedo così”, “The family of Flickr”, “Phone photography”, “Autoritratto in assenza”, “Questioni di famiglie” e “Il mondo nell’obiettivo”), accanto a una selezione di immagini tratte dai Progetti Nazionali, dall’archivio storico del CIFA, dalle Biennali dei Giovani Autori e dal progetto “Crediamo ai tuoi occhi”.
Uno spazio sarà dedicato anche ai tredici Grandi Autori che la FIAF ha celebrato nel corso del tempo, mentre una sezione speciale renderà omaggio ai vincitori di “Portfolio Italia”. Completano il percorso una serie di tavoli tematici con l’esposizione delle pubblicazioni storiche e recenti edite dalla FIAF, a disposizione del pubblico per la consultazione.
Un percorso articolato e denso, che riflette la pluralità di linguaggi, visioni e generazioni che hanno animato le sale del CIFA in questi anni.
CIFA: da carcere ottocentesco a Centro Italiano della Fotografia d’Autore
La mostra è anche un’occasione preziosa per scoprire lo straordinario contenitore architettonico che ospita il CIFA:
l’ex carcere mandamentale di Bibbiena, un edificio ottocentesco di grande fascino, recuperato con un accurato intervento di restauro conservativo che ne ha mantenuto intatta la struttura originaria, reinterpretandola in chiave culturale.
Costruito nella seconda metà del XIX secolo e dismesso negli anni ’60, il complesso è stato oggetto di un importante progetto di rigenerazione urbana che ha saputo restituire alla comunità uno spazio dalla forte identità storica, trasformandolo in un luogo di incontro, studio e produzione culturale.
Le sue sedici celle originali, distribuite su due livelli, oggi accolgono mostre fotografiche ed esposizioni temporanee, mentre gli spazi comuni – tra cui un suggestivo ballatoio affacciato sul corridoio centrale e una corte interna protetta da alte mura perimetrali – conservano il carattere austero dell’antica destinazione d’uso.
Il risultato è un unicum nel panorama italiano: un museo della fotografia che dialoga ogni giorno con l’architettura che lo contiene, capace di evocare memorie, suscitare riflessioni e offrire una fruizione culturale intensa e immersiva.
Visitare il CIFA significa quindi entrare in un luogo dove il tempo si stratifica: tra storia civile, memoria collettiva e visioni artistiche contemporanee.
“Questa mostra è prima di tutto un omaggio a chi ha reso possibile il CIFA: fotografi, curatori, volontari, istituzioni, e una comunità nazionale che in vent’anni ha creduto in questo progetto culturale – ha dichiarato Roberto Rossi, Direttore del CIFA.
“Abbiamo costruito un luogo che custodisce la memoria della fotografia italiana e la rende accessibile, stimolando confronto e consapevolezza. Guardiamo al futuro con la volontà di consolidare il ruolo del CIFA come presidio culturale stabile, capace di dialogare con istituzioni, scuole, università e autori.
In questo senso, la mostra rappresenta anche un invito a riscoprire un’eccellenza italiana che continua a illuminare il panorama culturale nazionale.”