di Stefano Pezzola
Talvolta durante il giorno o la notte mi capita di provare una strana sensazione, di sentirmi fuori dal mondo, come se vivessi in un incubo.
Come se tutto quello che mi circonda fosse irreale.
Poi provo sollievo e rassicurazione nel ricordarmi che la sovranità appartiene al popolo, e questo non è un particolare da poco, perché significa possibilità di scelta, di autodeterminazione, di responsabilità.
La sovranità è quindi legata alla mia libertà ma anche alla responsabilità che debbo assumermi in conseguenza delle mie scelte.
Non posso dire: “è stata colpa di…”, poiché sono io – sovrano dello Stato con nessuno più in alto di me – che mi sono assunto la responsabilità del mio agire.
A ben vedere però è lo Stato stesso che non è libero e responsabile nel suo agire perché si trova incatenato da migliaia di miliardi di euro di debiti, dalla competizione con gli altri Stati.
Altro che cooperazione e solidarietà, una lotta di tutti contro tutti – come ciascuno di noi nelle nostre vite del resto – lo Stato si trova in perenne guerra non dichiarata soprattutto con i cittadini.
Mi capito di ascoltare Mario Draghi affermare che “se non ti vaccini muori” e Sergio Mattarella che “vaccinarsi è un dovere morale” e ciò mi fornisce la conferma che lo Stato ha ormai perso completamente di vista il significato profondo di bene pubblico e in questo caso di salute pubblica.
Non siamo liberi, siamo prede di queste spazio territorio chiamato Stato, gazzelle e conigli di questi leoni, tigri e avvoltoi che lo governano, e che hanno marchiato il loro territorio, facendocelo apparire come se fosse il nostro territorio.
Mentre si accendono le luci sfarzose e luccicanti degli addobbi natalizi nelle nostre città, si spengono inesorabilmente le luci alle vetrine di tanti negozi.
Chiude una libreria, un’agenzia di viaggi, un negozio di scarpe e ci sarà meno luce mentre camminiamo la sera in città durante l’anno.
Meno luce anche nelle nostre vite.
Perché quelle vetrine – che erano vetrine di conoscenza e relazioni – non rivivranno più.
E passeggiando “mascherati” all’interno delle nostre città, continueremo forse per sempre ad ascoltare frasi del tipo “meno male che mi sono fatto il vaccino se no sarei morto o finito in terapia intensiva”.
Perché ormai da 12 mesi lo Stato, le televisioni e i quotidiani nazionali – con uno straordinario lavaggio quotidiano del cervello – raccontano ai contagiati queste due sole vie d’uscita al virus ovvero finire in terapia intensiva o morire.
Ma ancora peggio confermano – senza neppure un briciolo di dignità e senso del pudore – che la protezione promessa dal vaccino non c’è stata o meglio stando ai numeri decade dopo una manciata di mesi dall’inoculazione, ma è soltanto grazie a questa puntura ripetuta se siamo rimasti vivi.
Non vi è cura al di fuori del vaccino, dimenticando di ribadire quanto dichiarato dall’ISS ovvero che i guariti in questi due anni sono il 97,6% dei contagiati.
E questo anche prima di oltre 100 milioni di dosi inoculate ed ulteriori debiti contratti dallo Stato.
Orbene, il pericolo non è soltanto quello di avere meno luci che illumineranno le strade delle nostre città; quel che viene toccato ancor più, in questi tempi sciagurati, è la nostra libertà di pensiero, la nostra autonomia e la nostra capacità di agire secondo la nostra coscienza, in base a quel che sentiamo veramente per quel che abbiamo potuto apprendere ed assimilare.
E non è quello che ci dicono i social che rendono più buie le strade del nostro percorso interiore e più sordi nel nostro ascoltare.
E’ la nostra libertà di pensiero.
Infernet ha agito sulle nostre coscienze, sulle scelte interiori, sul vivere e sul nostro ascoltarci.
Mentre i mass media nazionali raccontano il vivere in un mondo che non è, il mondo che invece è – quello in cui io posso battere la mano sul tavolo e sentire il rumore – già non esiste piu’.
Quello che “non è” rappresenta un virtualizzazione, una pura illusione, un’illusione che però ha invaso l’esistere, ciò che è reale e concreto, impedendoci anche di leggere i numeri per quello che sono.
I contagiati da oggi dal virus SARS COV-2 totali in Italia sono stati circa 5 milioni ovvero l’8,3% della popolazione.
I morti per/con COVID hanno raggiunto i 135.000 ovvero lo 0,23% della popolazione, la maggior parte nel 2020 e prevalentemente purtroppo over 80 con patologie.
Sono deceduti i nostri nonni e le nostre nonne, i nostri affetti profondi, una parte importante delle nostre vite.
E sono morte molte persone curate con il protocollo “tachipirina e vigile attesa”.
Oggi voglio provare tornare ad essere sovrano, ad esercitare la mia vera libertà, che significa consapevolezza, autonomia di pensiero, coscienza, di me stesso, in uno Stato solidale che si prenda veramente cura di me.