di Stefano Pezzola
Un giovedì pomeriggio di inizio novembre.
Negozio Euronics di viale Mecenate ad Arezzo.
Una signora si avvicina agli scaffali per acquistare un nuovo ferro da stiro.
Un SMS sul cellulare l’ha appena avvisata che Euronics sta applicando offerte molto convenienti.
Ed è proprio così.
Il commesso le presenta un ferro da stiro con caldaia adatto alle sue esigenze, con un ottimo rapporto qualità prezzo.
Descrive il prodotto con cortesia e dettagliando pro e contro.
Improvvisamente grida ed urla provengono dalla cassa del negozio.
Un giovane donna con appariscenti tacchi a spillo inveisce contro la cassiere che con garbo mantiene la calma e prova a cercare di comprendere la protesta della cliente.
“Mi avete venduto un telefonino senza whatsapp, a me non serve a nulla” urla la ragazza in evidente stato confusionale.
La commessa spiega che il negozio non c’entra nulla e che si tratta di una app da scaricare e non certo di una caratteristica tecnica che deve avere lo smartphone.
La giovane donna non si calma, continua ad urlare ed offendere la commessa.
Il tono è minaccioso.
Non rimane che chiamare la polizia con urgenza.
Due macchine della polizia arrivano rapidamente.
I poliziotti provano a calmare la cliente, ma non è facile.
La giovane commessa impaurita viene rassicurata.
La signora decide di uscire senza il suo ferro da stiro, riproponendosi di tornare domani mattina da Euronics.
“E’ diventato pericoloso uscire in questa città anche di giorno, dietro l’angolo puoi sempre incontrare un pazzo” afferma.