di Andrea Giustini
Era domenica 13 maggio 2012, a pensarci sembra davvero un’era fa. Joseph Ratzinger, 265° Papa della storia del Vaticano, dopo 7 anni di pontificato dalla sua elezione, nel 2005, ancora non aveva visitato ufficialmente una città Toscana: la prima cui fu riservato questo onore, nonché l’unica alla fine, fu proprio la nostra Arezzo.
Per l’occasione, molti lo ricorderanno, il prato fu allestito con uno stupendo altare bianco lucente, dalle colonne imponenti, e con rifiniture dorate. Il gioco fra i due colori, il bianco e l’oro, era stato riprodotto in vari modi, anche con una particolare composizione floreale, che voleva richiamare le note del grande Guido Monaco.
Papa Benedetto XVI avrebbe celebrato la messa lì, in uno dei punti più caratteristici della città. Un evento che ne sconvolse ogni pietra, sin dalle primissime ore del mattino. Quella domenica, tutto il centro storico era in fermento, fra gruppi di fedeli che arrivavano da ogni dove, e che raggiunsero il numerone di 30 mila cristiani (come si dice ad Arezzo), istituzioni, giornalisti e sicurezza per l’evento. Ma anche curiosi e pure non fedeli: nessuno in quelle ore poteva rimanere indifferente a quanto stava per avvenire fra i colli San Pietro e San Donato.
Fra le istituzioni a fianco del Papa vi furono naturalmente le più importanti locali, dall’allora sindaco Giuseppe Fanfani al Presidente della regione Toscana Enrico Rossi, ma anche il “tecnico” Presidente del Consiglio Mario Monti, che quella domenica era presente allo stadio di Arezzo, per l’arrivo di Ratzinger, e che nel pomeriggio fece visita a Rondine, presso la Cittadella della Pace.
QUI per VEDERE l’arrivo del Papa ad Arezzo (video di TSD Tv Arezzo)
La Santa Messa iniziò alle 10 in punto, dopo un’affascinante introduzione musicale fatta di canti gregoriani e coradini. «La città di Arezzo – disse Benedetto XVI durante l’Omelia – riassume espressione significative di culture e di valori. Tanti segni di identità cristiana. Questa terra dove nacquero grandi come Petrarca e Vasari ha avuto parte attiva nell’affermazione di quella concezione dell’uomo che ha inciso sulla storia sell’ Europa, facendo forza sui valori cristiani. La cultura di queste terre ha tra i suoi valori distintivi la solidarietà, l’attenzione ai più deboli, rispetto della dignità di ciascuno, l’accoglienza».
QUI per LEGGERE l’Omelia completa di quel giorno
Dopo la messa, vi fu una visita al Duomo, dove il Papa sostò di fronte alla Madonna del Conforto, e dove il vescovo Riccardo Fontana gli mostrò i dettagli dell’Arca di San Donato. Storico fu il momento in cui, nel pomeriggio, Ratzinger si affacciò alla finestra del Palazzo Vescovile, e il Gruppo Musici della Giostra del Saracino e quello degli Sbandieratori di Arezzo gli resero uno stupendo omaggio.
Non tutto però andò come doveva: erano previste ancora due visite, una a Sansepolcro ed una a la Verna, ma purtroppo il brutto tempo costrinse a cambiare programma. Nel tardo pomeriggio Benedetto XVI arrivò al Borgo, dove, all’incontro con i cittadini, parlò di come il servizio della Chiesa dovesse attuarsi anche tramite “laici illuminati”, che fossero al di là degli interessi privati e delle visioni politico-ideologiche di parte. «Il bene comune – aveva detto – conta di più del bene del singolo, e tocca anche ai cristiani contribuire alla nascita di una nuova etica pubblica».
La visita a la Verna invece fu annullata, con la promessa però che prima o poi vi sarebbe stata un’altra occasione. Ma così non fu. L’anno dopo, il 28 febbraio 2013, terminò il pontificato di Benedetto XVI.