lunedì, Dicembre 23, 2024

Si apre la nuova Stagione Teatrale al Teatro Dovizi di Bibbiena

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Si apre la nuova Stagione Teatrale al Teatro Dovizi di Bibbiena curata da Fondazione Toscana Spettacolo e Nata Teatro, con il sostegno del Comune di Bibbiena.

Anche quest’anno il calendario è ricco di appuntamenti: si parte giovedì 1 dicembre e venerdì 2 dicembre alle ore 21.00 con un’anteprima di stagione fuori abbonamento con lo spettacolo “SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE” prodotto da NATA Teatro e diretto da Alessandra Aricò con i partecipanti del Laboratorio di Teatro NATA. Lo spettacolo è pensato per 50 spettatori alla volta, la prenotazione è dunque obbligatoria.

Il secondo appuntamento sarà sabato 14 gennaio, sempre alle 21.00, con lo spettacolo “IL MALATO IMMAGINARIO” di Moliere, della compagnia Catalyst. Adattamento e regia di Riccardo Rombi, con Riccardo Rombi, Giorgia Calandrini, Giovanni Negri, Dafne Tinti, Marco Mangiantini e musiche eseguite dal vivo Gabriele Savarese.

Il protagonista Argan è un uomo inacidito e imbruttito dalla vita che cerca nella medicina la risposta a un vuoto esistenziale incolmabile. Circondato da molti, ma profondamente solo, il protagonista ha perso la capacità di comprendere l’unica vera realtà: quella dell’umanità, intesa come sentimento di condivisione, compassione e apertura verso l’altro.

Giovedì 26 gennaio alle ore 21.00 sarà la volta dell’attore Giorgio Castagna, che con lo spettacolo “CHE ASPETTATE A BRUCIARMI?” porta in scena un lavoro di narrazione basato su una vicenda autobiografica. “In casa mia mi hanno sempre raccontato la storia di mio zio Giordano Bruno Castagna un po’ distrattamente dicendo: “Si dai, non ti ricordi, lo zio Bruno, lo scultore, quello che poi è finito in manicomio…”
A partire dal suo nome, incredibile, e dalle sue vicende che ruotano intorno alla cava di marmo in una Carrara degli anni ’30, nasce lo spunto per creare una narrazione che approfondisce il rapporto tra l’uomo e la montagna, racconta dell’incrocio tra la vita dello scultore Giordano Bruno Castagna e quella del filosofo Giordano Bruno, come se i due personaggi, accomunati dal nome, dovessero giocare le loro rispettive parti e, entrambi alla ricerca della verità e della felicità, vivere lo stesso tragico destino.

Scritto e interpretato da Giorgio Castagna, diretto da Giuliano Bonanni, con musica dal vivo di Lorenzo Bachini, prodotto da NATA e La Filostoccola/Teatro Virginian.

Venerdì 17 febbraio alle ore 21 va in scena “SANTO PIACERE – Dio è contento quando godo” , prodotto da OTI – Officine del Teatro Italiano, per la regia di Vincenzo Incenzo, scritto e interpretato da Giovanni Scifoni.

Anima e corpo sono in guerra da sempre, alla ricerca di una agognata indipendenza. Come in tutte le guerre, nel tempo mutano le strategie e i rapporti di forza. Ma noi, credenti, bigotti o atei incalliti, continuiamo ad inciampare nelle nostre mutande, tra dubbi e desideri. Giovanni Scifoni ha un piano: porre fine all’eterno conflitto tra Fede e Godimento e fare luce su una verità definitiva e catartica, dove il corpo finalmente abbracciare l’amore più puro, in grazia di Dio. In un flusso di coscienza tempestoso e irresistibile, alto e comico al contempo, Scifoni fa rimbalzare Papi e martiri, santi e filosofi, scimmioni primitivi e cardinali futuribili, anni ’80 e Medioevo, dribblando continuamente la tentazione di un meraviglioso corpo femminile che incombe sulla scena a intervalli regolari per saggiare l’effettiva disintossicazione da sesso del pubblico.

Giovedì 9 marzo alle ore 21.00 va in scena “Beati i perseguitati a causa della giustizia perché di essi è il regno dei cieli – Dialogo tra Gesù Nazareno e Pinocchio incarcerati”atto unico per baracca e burattini di Gigio Brunello, regia Gyula Molnàr, uno spettacolo di teatro di figura per adulti.

Due carcerati dialogano tra le sbarre della cella di tutto ciò che in quelle quattro mura manca loro. Perseguitati dalla giustizia, camminano entrambi sulle acque: in una cella Pinocchio, nell’altra Gesù. Sostanzialmente umano è il dialogo tra il burattino di legno e il figlio di Dio.
Uno degli spettacoli più rappresentati di tutto il repertorio, un concentrato di umanità e meraviglia in una forma teatrale breve e incisiva.

Sabato 25 marzo alle ore 21.00 al Teatro Dovizi arriva il comico Paolo Migone con lo spettacolo “RECITAL – Diario di un impermeabile” , produzione Charlotte.

Quante volte ci è capitato di veder salire su di un palco un attore con un libro o un diario in mano e ascoltarlo raccontare storie aiutato passo passo dalle pagine dello scritto…In questo caso l’attore porta sul palco non un libro ma un impermeabile e un impermeabile del tutto particolare. Un regalo fatto dal nonno tanto tempo fa diventato per Paolo un prezioso amico e confidente, un contenitore di storie, di aneddoti e di vita vissuta scritte proprio sull’impermeabile stesso.

In questo spettacolo c’è la vita del cabarettista Paolo Migone ma non tutta, quella che sta vivendo ora a 65 anni suonati. Famiglia, amici, interessi, lavoro nell’ultimo quarto che la vita gli sta riservando. Il protagonista principale è il TEMPO che nostro malgrado modifica e condiziona a suo piacimento ogni scelta, ogni convinzione. Il tempo scorre come un fiume in piena e i mesi che diventano anni si accumulano inesorabilmente: si parla ormai di 30 anni di matrimonio, 33 anni di professione e un figlio grande di 21 anni. Si racconterà inesorabilmente delle gioie e delle complicazioni di questo lungo percorso vissuto sempre però con grande curiosità e spirito di avventura misto anche ad una notevole dose di incoscienza.

Giovedì 13 aprile alle ore 21.00 va in scena lo spettacolo di Officine della Cultura “In arte son Chisciottə” di Samuele Boncompagni, liberamente ispirato a Don Chisciotte della Mancia di Miguel de Cervantes, con Luisa Bosi ed Elena Ferri, regia di Luca Roccia Baldini, musiche eseguite dal vivo da I solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo. Una nuova prova per il fantasioso nobiluomo della Mancia, cavaliere errante, disfacitore di offese, raddrizzatore di torti. Uno spettacolo teatrale sulle sue gesta, oggi ancor di più è un’impresa donchisciottesca. In un teatro vuoto, dove tutto è a vista, due attrici, quattro musicisti, una scenografa e un tecnico, errano tra le pagine del capolavoro di Cervantes provando a metterle in scena: questa è la prova. Contro quali mulini a vento si muoveranno? E i giganti? Che non siano quelli “della montagna”.
Falso, finto, sogno, realtà: forse a pancia vuota e col vento nella testa, due Dulcinee diventano Don Chisciotte e saltano in sella a questa mirabile storia dove, di sicuro, ci piove dentro. Chisciottə: cavaliere singolare, femminile plurale.

La stagione si chiude venerdì 28 aprile alle ore 21.00 con lo spettacolo “STRAIGHT – Etero”, una tagliente commedia scritta nel 2012 dal britannico David “D.C.” Moore e ispirata al film Humpday di Lynn Shelton. La storia è quella di un’amicizia maschile di lunga data e tocca i temi della lealtà, del tradimento e della paura di rimanere bloccati in certi vincoli sociali. Protagonisti della divertente vicenda sono Lewis e Waldorf. Il primo è sposato e inquadrato, mentre il secondo, più libero e disinibito, non smette di incalzarlo e tentarlo. Alla fine Lewis cederà e, rimproverato per i suoi atteggiamenti rigidi verso il sesso, accetterà di girare un film porno gay con l’amico.  In scena Daniele Marmi, Giovanni Anzaldo, Giulia Rupi ed Eleonora Angioletti. Regia di Silvio Peroni, prodotto da La Filostoccola/Teatro Virginian e Khora Teatro.

Come ogni anno, alla stagione serale si affianca quella dedicata a ragazze e ragazzi dal titolo “UOMINI DELLE STELLE” che avrà la sua anteprima sabato 10 dicembre alle ore 21.00 con lo spettacolo di attori e burattini “Finalmente…Natale!” della Compagnia Pupi di Stac. Testo e regia di Enrico Spinelli con Cristina Bacci, Beatrice Carlucci, Patrizia Morini, Enrico Spinelli e Pietro Venè.

Domenica 15 gennaio alle ore 16.30 andrà in scena la nuova produzione di NATA Teatro “Don Chisciotte – Storie di latta e di lotta” di Cinzia Corazzesi, con Cinzia Corazzesi e Andrea Acciai, regia Mirco Sassoli, burattini di Cesare del Brenna.

Un omaggio al capolavoro di Cervantes attraverso lo sguardo dell’Artista Teatrante che ricerca, studia, si immerge profondamente e follemente nei mondi che vuole esplorare.

Ecco che nel cuore e nella mente dell’ Artista, protagonista del nostro spettacolo, si insinua insistentemente il bisogno di raccontare la storia di Don Chisciotte.

Con la forza della sua fantasia e degli oggetti metallici di uso comune, dove la “Latta” dei materiali diviene suono e simbolo della Lotta del nostro Cavaliere Errante, pian piano trasforma utensili in costumi, stoviglie in armature, oggetti metallici in armi sonanti come le Armature da battaglia, come le spade dei duelli.

Anche i burattini, unici nel loro genere perché realizzati in Alluminio dal Maestro Scultore Cesare del Brenna, scintillanti, sonanti e ruvidi sono stati costruiti appositamente per accrescere ed arricchire la suggestione del racconto, che si fa adatto anche ai più piccoli per rendere il messaggio ancor più universale.

In questo mondo di suoni e suggestioni, l’Artista visionario darà vita alla Storia di Don Chisciotte, in cui si identificherà personalmente e nel gioco del “doppio”, dell’attore uomo con burattino di Se stesso, convincerà il suo originale Servitore e burattino Sancho Panza a seguirlo in giro per il mondo: i due andranno a caccia di ingiustizie, torti da sanare, deboli da difendere e giganti prepotenti da sconfiggere.

In un gioco sapiente di suggestioni teatrali e musicali, apparizioni misteriose, movimenti scenici ed uso dei burattini, la magia che si crea sul palcoscenico si svelerà in un finale poetico ed illuminante dove le misteriose trame verranno sciolte e sarà forte il messaggio insito nella Storia di Don Chisciotte: continuare a credere nei propri valori, nei propri ideali, nelle proprie Lotte affinché ogni donna ed uomo nel mondo possa dirsi il giusto sovrano nella sua personale Isola, che è la propria vita.

Domenica 29 gennaio sarà la volta dello spettacolo “L’orso felice” della compagnia Pilar Ternera, da un’idea di F. Cortoni, di e con E. Canessa e F.Dimitri

L’Orso felice è un Orso che si fa molte domande e che ha nelle tasche, (non sapete che gli orsi hanno le tasche?), tre indizi: sono un orso molto gentile, sono un orso felice, sono un orso molto bello. Da questi indizi l’Orso Felice parte per la ricerca del proprio sé. Il viaggio si snoda tra alberi che crescono se non li guardi, tra silenzi piccoli, grandi, antichi e silenziosi e incontri con animali ed esseri che lo accompagneranno alla scoperta del pensiero e della felicità.

Domenica 12 febbraio alle ore 16.30 va in scena la compagnia I guardiani dell’Oca con lo spettacolo “Hansel e Gretel”, testo e regia di Zenone Benedetto. Ancora un altro viaggio, crediamo avvincente, poetico e divertente, in un classico delle favole, e cioè la storia di due bambini che faranno di tutto per rendere la vita difficile ad una povera “vecchina”, assai carina, ospitale, a volte irriverente, ma molto divertente.

Pancia mia fatti capanna mangiando torte con fragole e panna! Che la mia fame trovi sollievo col salame!! Liquirizie, caramelle, tanta frutta e ciambelle allieteranno il palato sopraffino e delicato! Ma perché la gente, dispettosa ed impertinente, grida a gran voce, e nessuno nega, che quella povera vecchina, in verità, è un brutta strega?!

L’ultimo spettacolo per ragazzi in cartellone “La cerva fatata” andrà in scena domenica 26 febbraio alle ore 16.30. Tratto da Lu cunto de li cunti di Gian Battista Basile, regia e drammaturgia di Valentina Ciaccia.

In una piazzetta piena di gioiosa confusione, una giovane inizia a raccontare una storia, e nel racconto si trasforma di volta in volta in una vecchia, in una maga, in una principessa, in un giullare ridanciano e scostumato. E dalla piazzetta chiassosa eccoci trasportati nel folto del bosco, nella casa dell’orco, nel castello di cristallo in fondo al mare… Mirabilie meraviglie e metamorfosi, tratte dal racconto che ha generato tutti gli altri racconti, dalla luce all’ombra, e poi di nuovo, dall’oro alla fuliggine, dall’alto al basso, dall’ingiustizia alla giustizia. Sulla scena un libro coloratissimo prende vita e i personaggi si trasformano in un modo nuovo e antico: i principi sono volpi, le gatte sono cenerentole, le statue prendono vita, le addormentate non si vogliono svegliare.

Da ogni metamorfosi nasce una storia, ogni cambiamento porta alla crescita e alla scoperta. Nel fluire dei ritmi e dei ricordi, musiche antiche diventano moderne, pupazzi colorati rispondono, accompagnano, fanno scherzetti e magie, e ci trasportano nel viaggio infinito del teatro, che unisce sempre il servo e il re, che redarguisce i padroni e premia i fanciulli, che ci fa ridere del riso saggio, leggero e ironico, che ci aiuta a superare con uno slancio di immaginazione e creatività ogni momento triste, e in un battibaleno, ci fa viaggiare sulle ali delle fate della nostra fantasia.

Con un linguaggio moderno e semplice per ogni bimbo, che non dimentica però il suono e la musicalità della lingua Napoletana in tutto il suo farsi magico e furbetto, epico e sacro, canzonatorio e cantante, uno spettacolo che nasce dal ricordo di un teatro alto e basso, fatto per i principi e per i piccirilli.

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