venerdì, Novembre 22, 2024

Uno sguardo nuovo su Masaccio e Angelico

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Poesie, pièce teatrali, scritti d’autore, disegni e dipinti: il catalogo della mostra “Masaccio e Angelico. Dialogo sulla verità nella pittura” raccoglie tutto questo e molto altro.
Verrà presentato a Palomar, Casa della cultura, sabato 21 gennaio alle ore 17,30 alla presenza di Carl Brandon Strehlke, conservatore emerito del Philadelphia Museum of Art e curatore del catalogo, e degli altri autori.

La mostra “Masaccio e Angelico. Dialogo della verità nella pittura” è stata prorogata fino al 5 febbraio e proseguono gli appuntamenti che il Comune di San Giovanni Valdarno, con il Museo delle Terre Nuove, il Museo della Basilica di Santa Maria delle Grazie, Casa Masaccio, Centro per l’arte contemporanea e l’Associazione MUS.E ha organizzato per avvicinare il pubblico alle opere e ai temi dell’esposizione. La mostra, allestita al Museo delle Terre Nuove e al Museo della Basilica di Santa Maria delle Grazie, fa parte del progetto Terre degli Uffizi de Le Gallerie degli Uffizi e Fondazione CR Firenze, all’interno dei rispettivi progetti Uffizi Diffusi e Piccoli Grandi Musei. Promossa dal Comune di San Giovanni Valdarno, “Masaccio e Angelico. Dialogo della verità nella pittura” è curata da Michela Martini, Daniela Parenti, Carl Brandon Strehlke e Valentina Zucchi.

Prossimo appuntamento sarà sabato pomeriggio con la presentazione del catalogo. Il volume non è infatti solo un contributo essenziale alla mostra ma è esso stesso un’opera a sé stante. Il testo ha il pregio di indagare in modo approfondito il forte legame che intercorre tra il periodo Rinascimentale e la sua eredità e la San Giovanni contemporanea.

Il catalogo è suddiviso in quattro macro sezioni che arricchiscono e indagano le ragioni della mostra.

Nella prima trovano spazio gli interventi dei quattro curatori che mettono in luce gli aspetti salienti dell’esposizione. Seguono gli “Scritti diffusi” dove non solo artisti, scrittori, pittori anche filosofi e dottori si sono adoperati per meglio approfondire le varie questioni che la mostra ha sollevato.
La terza parte nasce dal lavoro e dallo studio di storici dell’arte in erba: le schede catalografiche della mostra infatti sono state realizzate dagli studenti dei Licei “Giovanni da San Giovanni” sotto la guida e il supporto di Carl Brandon Strehlke.
In ultima analisi troviamo i testi inediti, preziosi scritti di Umberto Eco e Roberto Longhi raccontano dell’atmosfera culturale del secolo scorso ed accanto ad essi è stato pubblicato anche uno scritto sulla deposizione del Beato Angelico del Museo di San Marco di un giovanissimo Stefano Massimo Zanoccoli fine intellettuale, esperto di cinema e musica classica che ha lavorato nel e per il Valdarno.

“Questo catalogo – le parole del direttore degli Uffizi Eike Schmidt – rimarrà un caposaldo nella letteratura artistica, e forse costituirà un nuovo genere storiografico, perché affronta con originalità argomenti ben noti e dibattuti della storia dell’arte puntando su una dimensione più contemporanea e creativa: un’operazione messa in atto raccontando il vivido legame che intercorre fra la comunità odierna di San Giovanni e l’eredità culturale rinascimentale. È un’opera poliedrica che presenta ottime schede delle opere redatte dagli studenti del liceo cittadino sotto la guida di Carl Brandon Strehlke: è già solo per questo un’impresa di alto valore civico ed educativo che ricorda – per il coinvolgimento delle scuole – iniziative analoghe avvenute alla sezione didattica degli Uffizi durante la gloriosa gestione di Maria Fossi Todorow negli ultimi decenni del Novecento. Ma questo catalogo è una continua sorpresa, perché i testi scritti con occhio fresco e infinito entusiasmo dagli studenti liceali (si pensi: tutti ragazzi giovanissimi!) sono democraticamente accostati a saggi inediti di due giganti della cultura del Novecento, Roberto Longhi e Umberto Eco. Le opere d’arte rinascimentali sono trasportate nella dimensione contemporanea dalle drammatizzazioni di Federico Tiezzi e Vanessa Nicolson, con i costumi teatrali ideati da Giovanna Buzzi, e da molti altri interventi che spaziano dalla teologia alla filosofia, alla scienza: vie alternative per la ricerca della verità. L’arte antica diventa dunque uno stimolo per la creatività odierna, per la crescita educativa delle nuove generazioni, per la riflessione sul destino dell’umanità. L’arte che genera arte, concetto ben esemplato dalla tenerissima poesia composta appositamente da Andrea Bajani”.

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