Ecco la riflessione del primo cittadino di Bibbiena: “Invierò a breve una nota al Presidente della Regione Toscana e ai nostri rappresentanti in Consiglio regionale come hanno fatto altri colleghi per dire il mio fermo “no” e quello dell’amministrazione che rappresento, a questa direttiva chiedendone l’immediata revoca.
Le ragioni che porto, in sostanza, sono legate alle caratteristiche del nostro territorio che ha una sua specificità e un suo equilibrio. Ancora una volta mi duole notare che, coloro che scrivono le norme, guardano solo una parte della realtà, privando l’altra di dignità. Le piccole aree interne vengono parificate alle grandi città per quanto riguarda l’inquinamento ma quando si tratta di servizi tutto il costrutto cade. Trovo che questa norma si fondi su un paradosso e insieme sia assolutamente contraddittoria rispetto a altre situazioni.
Nelle nostre aree i camini e i generatori a biomassa rappresentano molto più di quello che sono ovvero supportano gli impianti a metano o addirittura li sostituiscono, visto che in certe zone ad oggi non c’è metanizzazione. Inoltre rappresentano una forma di economia per il territorio che non possiamo non sostenere nei giusti modi e sempre rispettando la legge e ovviamente l’equilibrio tra uomo e Natura.
Obbligare gli abitanti delle nostre aree montane a un censimento di siffatta natura, oltre che a provocare un allarme, spero ingiustificato, a riguardo di possibili tassazioni, significherebbe passare il messaggio che questo metodo di riscaldamento sia quasi un atto banditesco.
Per i nostri cittadini riscaldarsi in inverno con stufe e caminetti fa parte della tradizione oltre che di una micro economia importante che vive da secoli in equilibrio perfetto con la natura. Sono certo che i nostri amministratori regionali sapranno ben accogliere i nostri appelli e muoversi di conseguenza rispettando le specificità di territori come quello del Casentino”.